Ritorno a San Siro. Dopo mesi di astinenza è di nuovo Scala del calcio. Pomeriggio plumbeo, sul tardi freschino, il netto anticipo concede una strada alternativa, e con essa lo stadio visto da una nuova visuale: Ippodromo in primo piano, stadio sullo sfondo. Due dei luoghi più amati da Beppe Viola, indimenticabile giornalista e milanista doc, il cui trentunesimo anniversario della morte occorreva giovedì 17 ottobre. Rimangono loro, ippodromo e stadio, monumenti di una Milano che non dimentica il suo passato e i suoi eroi.
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Ippodromo e stadio di San Siro |
18.45 apertura cancelli, stadio vuoto e attesa interminabile prima dell'inizio della partita. 33.000 circa gli spettatori paganti, risultato: stadio mezzo vuoto ma non per questo poco caloroso.
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Calcio d'inizio |
Primo tempo liscio, Udinese che attende e riparte, Milan che tiene il possesso palla e cerca di trovare spazi. Sarà però proprio un contropiede, gestito magnificamente da Birsa, a portare in vantaggio i rossoneri: sulla sponda di Robinho è meraviglioso il sinistro a giro con cui lo stesso sloveno batte Kelava. Sicuro Silvestre, onnipresente Poli, attento Montolivo, duttile Birsa: il primo tempo si conclude sull'uno a zero per i rossoneri. Quasi mai i friulani si sono fatti vivi dalle parti dell'esordiente Gabriel, che ha comodamente gestito qualche retropassaggio di Silvestre dimostrando buone abilità di piede e soprattutto di rinvio, molto migliore della semplice spazzata di Abbiati.
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Gabriel salva il risultato su di Di Natale. (fonte:Milannews) |
Il secondo tempo non regala particolari emozioni: unico vero brivido per il Milan arriva su una splendida punizione di Di Natale sulla quale Gabriel compie un prodigioso intervento salvando il risultato (foto a fianco). Ci fosse stato in porta Abbiati a quest'ora staremmo commentando un pareggio, in quanto Sequoia non si sarebbe spostato di un centimetro. Poi poco o niente. Da segnalare ancora una volta la nulla prestazione di Alessandro Matri: sarà anche che si sbatte e lavora, ma la prima punta innanzitutto deve buttarla dentro: in area non è mai al posto giusto. Partita discreta di Robinho, esterni attenti in copertura ma poco attivi in fase offensiva. Cambi: Guidolin cerca di scuotere una squadra mai veramente in partita e inserisce il gioiellino Zielinski, Muriel e Ranegie; sostituzioni che, però, non cambieranno l'inerzia della gara. Nel Milan entrano Nocerino, sufficiente, Niang, che non vedrebbe la porta nemmeno se gliela indicasse la Madonna di Medjugorie in persona, e Ricardo Kakà, il grande ritorno, che sostituisce l'indegno numero nove.
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Il momento del cambio: esce Matri, entra Kakà
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Il numero 22 risponde al calore offertogli dallo stadio con qualche buono spunto e un paio di buone giocate. Il risultato, in ogni caso, non cambia, e il diavolo porta in cascina 3 punti importantissimi per morale e classifica. Meravigliosa la corsa di Gabriel verso il preparatore atletico dei portieri al fischio finale, abbraccio di pura felicità seguito da giro dello stadio ricevendo gli applausi dei tifosi; il giovane portiere brasiliano non si dimenticherà mai la serata del suo esordio, praticamente perfetta. Sentimentalismi a parte, Gabriel si è dimostrato sicuro e reattivo, bravo con i piedi sia a gestire che rinviare, coraggioso nelle uscite e reattivo tra i pali: il talento c'è tutto, si merita più di qualche chance. Capitolo discriminazione territoriale: dalla Curva Sud sono arrivati cori contro diverse tifoserie, da Genova a Bergamo passando per Napoli. Tuttavia il coro "incriminato", Napoli colera sei la vergogna dell'Italia intera per intenderci, si è sentito soltanto una volta al 15esimo minuto del primo tempo. Al 25esimo il richiamo dello speaker, l'unico, ampiamente fischiato da tutto lo stadio. In ogni caso, cori di questo tenore e genere si sono ampiamente sentiti anche nel corso di Roma-Napoli, anticipo di venerdì sera, che vedeva opposte tra l'altro due tifoserie non esattamente fraterne. Tuttavia, sui maggiori quotidiani nazionali ieri mattina non si era praticamente parlato di tutto ciò nonostante i suddetti cori fossero evidenti e ben distinguibili. Però, quando ci va di mezzo il Milan, ecco che le carte in tavola cambiano: così titola stamattina il Corriere dello Sport (foto qui sotto). Questo mero tentativo di vendere qualche copia in più non può essere giustificato e non può passare inosservato: questo non è giornalismo, non è obiettivo e non è imparziale.
C'è una chiara presa di posizione contro una squadra, il Milan, principale squadra di Milano, omettendo completamente riferimenti alla partita di venerdì sera tra Roma e Napoli, tentando così di demonizzare una squadra ma ancor di più il luogo di appartenenza a favore di un'altra squadra e un'altra regione del paese. Manipolare le notizie per favorire una o più squadre vicine al luogo di appartenenza del quotidiano a discapito di un'altra squadra appartenente a un luogo diverso è un atto di discriminazione territoriale grave al pari dei cori negli stadi. Il Milan, nelle persone di Galliani, Umberto Gandini e di tutti i responsabili della comunicazione dovrebbe intervenire per farsi valere e porre fine a questo genere di pagliacciate. Lo stadio è un posto bellissimo: si vivono emozioni uniche e serate irripetibili, nascono tanti ricordi e si trascorrono momenti magici. Non possiamo permettere a quattro fenomeni al potere di toglierci tutto questo. Che ci andiate sempre o che ci andiate ogni tanto non dimenticatevi, qualche volta, di passarci un pomeriggio o una serata, con i vostri amici o con la vostra famiglia o con chi volete: certe emozioni si vivono solo li, non ve ne pentirete. Alla faccia di chi ci vuole tutti a casa!
Sempre Forza Milan, alla prossima!
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